Tenda di Mamre

L'esperienza della Tenda di Mamre si propone la riscoperta e la pratica di un'autentica VITA SPIRITUALE che deve caratterizzare l'esistenza di ogni cristiano.

Perchè, come diceva Serafino di Sarov: “Il fine della vita cristiana è l’acquisizione dello Spirito Santo”. Attraverso di Lui la nostra vita può trovare unità, armonia e pace:  Acquista la pace interiore e migliaia intorno a te, troveranno la salvezza” suggerisce ancora il monaco russo.

 

La Tenda di Mamre” è un'esperienza spirituale che prende il nome dalla località biblica in cui Abramo e Sara accolsero tre misteriosi viandanti, pellegrini stranieri, prendendosi cura di loro. 

 


Da questo episodio derivano alcuni valori che fondano questa esperienza: 

  •  l'ASCOLTO, come ricerca e attenzione alla Parola e all'Altro, che genera la fede e rende possibile l’impossibile;

  •   la PREGHIERA perseverante che ha la forza di portare misericordia e salvezza.

  •  la CARITA’, come amore aperto all’accoglienza, al dono, che genera sempre fecondità.

 

E' nome semplice, significativo, efficace  a tradurre il programma dell’incontro fra la Trinità e l’umanità. Vi sono simboleggiati:  nella quercia la forza, nella tenda la ricerca e il pellegrinaggio del cuore umano, nella coppia, accogliente e generosa, l’amore. Viene trasformata la sterilità in fecondità. La pluralità trova una magnifica sintesi nell’armonia. La lode, l’invocazione e l’intercessione per il mondo portano alla benedizione di Dio e al suo sorriso sull’umanità. 


L’ESPERIENZA...

L'esperienza della Tenda di Mamre è maturata dopo un anno di discernimento e ricerca trascorso, a eccezione di alcune settimane passate al monastero di Pra'd Mill, presso l'Eremo camaldolese di Monte San Giorgio a Rocca di Garda.
Un anno che ha portato a maturazione una serie di intuizioni e richiami che da anni erano ricorrenti in me e mi spingevano interiormente a un cammino di rinnovata ricerca.

A fondamento di tutto sta una riscoperta di un'autentica VITA SPIRITUALE che, a partire dal Battesimo, deve caratterizzare l'esistenza di ogni cristiano.
Come prete poi si aggiunge la percezione di un bisogno di rinnovamento del modo di essere prete, nella riscoperta del primato della Parola, dell'ascolto, della preghiera e della carità a servizio della chiesa e del mondo.
Infine l'incontro con i valori monastici: una proposta di vita non solo attuale, ma indispensabile per ogni persona che desideri realizzare se stessa in un cammino di vita spirituale incarnata dentro la storia. 
Da questi 'passaggi' è nata l'intuizione di offrire un'eperienza che permetta a chiunque di accostarsi e riscoprire questi valori proposti dentro la realtà del territorio dove si vive, nel tessuto stesso della Diocesi.

Nasce così una PROPOSTA DI VITA offerta a chiunque si sente in cammino e in ricerca. Si tratta di una proposta che si fonda sulle tre ‘colonne’ ascolto, preghiera, carità, attuate e vissute:

 

1.   nella RICERCA e nel SILENZIO atteggiamenti necessari per incontrare e conoscere Dio e se stessi.

 

2.   nell’ESSENZIALITA' e sobrietà della vita.

 

3.   nella CONDIVISIONE vissuta con quanti ogni giorno incontriamo.

 

4.   nel LAVORO quotidiano per riscoprire il valore delle cose, della natura e la fecondità della fatica.

 

5.   nell'APERTURA al mondo, alla vita dell'intera umanità, a ogni cammino religioso e di ricerca, attraverso l'informazione, la formazione, il dialogo, la concreta solidarietà.

 

6.   nel SEGUIRE GESU’ e il suo VANGELO quale unica regola di vita, per imparare a vivere come Lui ha vissuto e ad amare come Lui ci ama, verso una comunione sempre più piena col Padre nello Spirito.

 

7. nel riferimento a TESTIMONI che hanno incarnato questi valori nella loro esistenza, in particolare san Benedetto e san Romualdo; san Francesco e santa Chiara; san Sergio di Radonez e san Serafino di Sarov; il beato Charles De Foucauld e i beati martiri di Tibhirine.


APPROFONDIMENTI:


Un libro di riferimento:     LE TRE COLONNE DEL MONDO

Vademecum per il pellegrino del XXI secolo  di Benoit Standaert

 

Un passo tratto dal libro:  COME RICOMINCIARE?

 

Si è soliti citare la parola profetica di André Malraux: “Le vingt-et-unième siècle sera religieux, ou il ne sera pas” (“Il ventesimo secolo sarà religioso o non sarà”).

In questo contesto, che prende oggi una dimensione planetaria, siamo posti dinanzi all’urgenza di ritornare all’essenziale. L’avvenire ci costringe a proseguire il cammino solo con il bagaglio ridotto al minimo indispensabile. Cos’è essenziale, e cosa invece è accessorio? Cosa non può essere in alcun caso tralasciato? Cosa merita una priorità assoluta? Come ricominciare? E su quale base, con quale trama, attorno a quale nucleo, secondo quale grammatica fondamentale? Ecco, dovremo fare in modo che l’essenziale emerga dalla “Legge e i Profeti”, dalla Bibbia e dalla Tradizione, dal Nuovo e dall’Antico. Quale non è il nostro bisogno, oggi, di vedute chiare, semplici, ma solidamente fondate! Abbiamo bisogno di segnali luminosi sulla strada che si snoda davanti ai nostri passi e che non ha altra meta se non la pace, non solo planetaria ma cosmica. Piccola regola fondamentale, questa parola di un sapiente sulle “tre colonne del mondo” compendia tutta la tradizione biblica con il suo dinamismo dialettico interno. Ma contiene in sé anche tutta l’eredità giudaico-cristiana con gli accenti che le sono propri. Nel suo progetto l’insieme di queste pagine potrebbe servire da vademecum per un pellegrino del XXI secolo. Se rapportato alle migliaia di millenni di umanità, il cristianesimo è incredibilmente giovane. Possa questo pensiero dar vigore ai nostri passi nel cammino verso l’avvenire. Siamo appena all’inizio! Tutto è ancora fragile, scoppiettante di novità, e la spinta interiore verso un’umanità qualitativamente altra rende l’avventura affascinate, vibrante di tensione. Possiamo del resto, sul piano dello spirito, vivere altrimenti che in un continuo ricominciare, “con inizi che non hanno fine” (Gregorio di Nissa)

 Le TRE COLONNE :  il "cuore" della proposta.

ASCOLTO – PREGHIERA – CARITA’.

Come abbiamo detto, i valori fondamentali che si desiderano vivere in questa esperienza sono essenzialmente tre: l’ascolto della Parola di Dio e l'ascolto di ogni persona, fatto, situazione; la preghiera, personale e comune, vissuta in un clima di silenzio che caratterizzi la vita di tutta la giornata; la carità, espressa in una vita sobria, essenziale e condivisa fraternamente.

Questi valori hanno la loro sorgente nella vita stessa della Trinità e trovano la loro attuazione nel cammino biblico del popolo di Israele e delle prime comunità cristiane.

Nel libro sopra citato si parte da un detto di Simeone il Giusto (II° sec.a.C. in Pirqè Avot 1,2) che fu sommo sacerdote a Gerusalemme, nel terzo o secondo secolo prima della nostra era.

Il detto suona così:     Il mondo poggia su tre colonne: 

lo studio della Torà,

la ‘avodà [cioè il culto, la preghiera] 

e le opere di misericordia 

È un detto che orienterà e ispirerà la tradizione ebraica attraverso i secoli. Da queste tre colonne prende forma l’uomo biblico che è ora sacerdote, ora profeta, ora sapiente. Quell'uomo-unificato (monos) che l'ideale monastico propone e che si pone come ricerca e meta per ogni uomo e donna.

L’autore del libro inoltre afferma: “Si tratta di salvare questo mondo, sempre minacciato di andare alla deriva verso l’abisso del disumano e del caos. Se vigiliamo a che ciascuna di queste tre colonne trovi il suo spazio nel nostro ambiente specifico, secondo l’ordine trasmesso - vale a dire: prima lo studio/ascolto, la luce dell’intelligenza e del discernimento; poi la preghiera, la giusta priorità data alla trascendenza; e infine l’impegno etico attraverso gesti di amore -, allora noi anziché distruggere costruiamo, allora la nostra storia resta permeata di fermento messianico, allora noi diamo sapore al mondo con il sale indispensabile dello Spirito. Allora il “mondo” potrà stare saldo. Allora vedremo la “pace” biblica farsi prossima, vicinissima.”

A partire da queste riflessioni, la scelta è quella di una proposta di vita fondata su queste “tre colonne” per generare in noi e nel mondo intero stabilità e pace.

Il LOGO della Tenda


Il logo della Tenda di Mamre vuole richiamare il senso e lo scopo di questa esperienza.
Dall'unico Amore, il Dio Trinità, scende la luce che illumina ogni uomo. Essa, significata dalla varietà dei colori, entra nell'umanità, nello spazio di vita della Tenda, la illumina e genera armonia. E' il senso dell'esperienza: accogliere, lasciarci colorare e illuminare dal Dio armonia di amore per avere vita.
Ma questa luce accolta non può essere trattenuta. La Tenda è chiamata - ecco il suo scopo - a sprigionare, diffondere ovunque il dono ricevuto dall'Alto. A seminarlo nel cuore di chiunque  incontra lungo il cammino, perchè tutti possano ritrovare quella Luce e quell'Armonia che hanno in Dio la sorgente e che in Lui troveranno compimento.
Il logo è stato ideato e realizzato da R.Tettamanti.

 
 
* Lo stile monastico che caratterizza questa esperienza vuole proporsi come stile di vita per quanti frequentano il Santuario.

* In particolare  'ascolto-preghiera-carità' in un clima di raccoglimento e di silenzio sono la proposta offerta a tutti.

* Anche i gruppi o i pellegrinaggi che vengono al Santuario sono invitati a condividere questo stile e a favorire questo clima di silenzio.


Per una adeguata partecipazione ai momenti di preghiera comunitaria...



... ti invitiamo a favorire un clima di raccoglimento e di silenzio

- prima di ogni celebrazione per creare la giusta disposizione alla preghiera

- durante la celebrazione per un partecipazione interiore e consapevole

- dopo la celebrazione per conservare nel cuore quanto celebrato e vissuto


... ti invitiamo a partecipare alle preghiere e al canto favorendo l’unione delle voci e dei cuori con una recita lenta e meditativa e un tono di voce pacato; così ogni parola, prima di uscire dalla bocca, viene compresa con la mente e accolta nel cuore.



In particolare nella partecipazione alla liturgia delle ore è consigliabile seguire a bassa voce il canto e la recita dei salmi, alternandosi (salvo disposizioni diverse) nella recita tra solista (celebrante) e assemblea.



Pregare è entrare nel respiro di Dio per dialogare con Lui e da Lui lasciarci plasmare interiormente dallo Spirito fino a far risplendere in noi l’immagine del Figlio Suo, l’Amato.
 

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